Carnia, terra di confine. E anche questa pagina a volte sconfina in altri luoghi, veri o metaforici

Carnia, cucina, gastronomia, ricette della nonna

I cjarsons

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Finalmente ce l’ho fatta a postare la ricetta dei cjarsons!
La mia, ricetta, ovviamente, perché in Carnia esistono decine di ricette, ognuna tramandata ai figli come “l’unica autentica”. In realtà, tutte queste ricette sono autentiche (ecco, magari quelle con Nesquick e Nutella anche no, ma non sottilizziamo…), poiché i cjarsons sono nati dall’ingegno e dalla fantasia delle mogli dei Cramârs, i commercianti viaggiatori carnici che a partire dall’alto Medioevo fino ai primi anni del secolo scorso partivano a piedi alla volta della Mittel Europa con un armadietto di legno (la crassigne) sulle spalle per vendere unguenti, pillole miracolose, erbe officinali, spezie, tessuti…  Quando in estate ritornavano in patria per fienagione e la vendemmia, nei cassetti delle crassigne rimaneva sempre qualche pizzico delle spezie vendute e le loro mogli, consapevoli che anche quel cucchiaino scarso di polvere poteva essere prezioso, lo recuperavano mescolandolo a quello che la stagionalità offriva: pere, noci, nocciole, uva passita, un po’ di costoso cacao, un cucchiaino di grappa, marmellata, biscotti secchi o pane grattugiato, erbe officinali o aromi dell’orto… variando il pistum (il ripieno) in base alla disponibilità degli ingredienti.

Gli ingredienti del mio pistum non sono precisi e pesati, perchè faccio un po’ a occhio e un po’ in base ai gusti della mia famiglia… il consiglio che vi do è di assaggiare più volte il pistum, aggiungendo piano piano gli ingredienti in base ai vostri gusti, in modo che nessun sapore sovrasti gli altri.

Dosi indicative per 4-6 persone (io abbondo… ho un figlio adolescente che cresce alla velocità dei funghi e mangia per tre..)

  • biscotti secchi (100 gr circa)
  • scorza di limone, un cucchiaino
  • cannella, a piacere (io la adoro e abbondo, metto un cucchiaino bello pieno)
  • prugne secche o marmellata di prugne (un cucchiaio pieno)
  • due pere piccole o una media, non troppo acquose
  • un cucchiaio pieno di uvetta passa (io la faccio prima bollire in acqua con un cucchiaio di liquore alla prugna o rum, poi la risciacquo, la stendo su carta da cucina e aggiungo al pistum quando è asciutta)
  • cioccolata fondente (4 quadratini)
  • qualche fogliolina di melissa
  • un cucchiaio raso di noci o nocciole

Frullate insieme tutti gli ingredienti insieme. Io aggiungo l’uvetta alla fine perché mi piace trovarla intera. Se l’impasto è troppo liquido, aggiungete biscotti secchi, o cuocendo bucherà la pasta facendo fuoriuscire tutto il ripieno.

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Come pasta io faccio la mia solita “pasta matta”, con semola di grano duro, poco sale, acqua bollente e… un piccolo trucchetto segreto: aggiungo all’impasto poco olio di semi e vedrete che non servirà nemmeno il mattarello per tirarla!

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Tirate la pasta non troppo sottile a mano o con il tirapasta e ritagliate dei dischi di 10 cm circa 

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Aiutandovi con due cucchiaini mettete un po’ di pistum al centro di ogni dischetto di pasta.

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Piegate i dischetti dando ai cjarsons la tipica forma di tricorno (o cappello del prete) 

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Preparate il condimento: tritate finemente qualche biscotto secco insieme a zucchero e cannella. Grattugiate della ricotta affumicata di malga. In un pentolino fate sciogliere del burro.

Fate cuocere i cjarsons in abbondante acqua salata finché non verranno a galla, scolateli  aiutandovi con un mestolo forato avendo cura di non romperli. Disponeteli nei piatti, spolverateli col trito di biscotti zucchero e cannella, irrorateli di burro fuso e infine aggiungete la ricotta affumicata grattugiata.

Buon appetito!

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  1. Deve essere una bonta’

  2. May

    Devo provare a farli!! Ma si può avere la ricetta anche della pasta usata come base per il ripieno?

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