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L’Istituto Salesiano Don Bosco di Tolmezzo: quando la scuola sa farsi casa

Il Preside, don Eros Dal Cin, con il protagonista del video vincitore del concorso

L’Istituto Salesiano Don Bosco di Tolmezzo: quando la scuola sa farsi casa

Disclaimer: ritengo che quello che scrivo in questo post, non essendo la mia una posizione ideologica o religiosa, scaturisca da un’osservazione sincera e grata di una realtà che funziona, e che ho avuto modo di testimoniare personalmente.

 Mi sembra che oggi, come mai prima, tra social, connessione continua, bombardamenti tecnologici costanti, stiamo vivendo un tempo difficile per gli adolescenti – e per i loro genitori. I ragazzi vivono in una terra di mezzo: non più bambini, non ancora adulti. Fanno fatica a riconoscersi, e noi con loro. Cambiano linguaggio, atteggiamenti, gusti, abiti… e spesso i genitori si sentono soli, impreparati, spiazzati. Ed è un momento delicatissimo e perfino pericoloso se rischiano di intraprendere una strada sbagliata, frequentare e imitare persone che invece di aiutarli a stare bene, trovando interessi ed obiettivi sani, contribuiscano a farli peggiorare assumendo comportamenti e abitudini deleteri.
L’Istituto Salesiano Don Bosco di Tolmezzo, gestito da anni dal preside don Eros Dal Cin – che insegna anche matematica e scienze alla secondaria – è, a mio avviso, una scuola di eccellenza nel nostro territorio. E non solo – o non tanto – per i risultati scolastici in sé, ma per l’attenzione umana, educativa, quotidiana che viene riservata ai ragazzi, soprattutto in quella fase delicata che è la scuola media.
In un momento in cui molti adolescenti si sentono invisibili o incompresi, qui ogni ragazzo viene 
visto. Conosciuto per nome, seguito nel percorso scolastico e personale. Che si tratti di un insegnante, di una cuoca o della collaboratrice scolastica, tutti – davvero tutti – sanno chi è, come sta, se qualcosa non va.

inaugurazione del nuovo anno scolastico con introduzione del Preside nella sala teatro della scuola

ci si diverte insieme

Imparare ad arrampicare


L’ambiente è accogliente, strutturato ma non rigido, e punta molto sull’accompagnamento individuale. C’è il doposcuola, ci sono attività extra opzionali, laboratori, sport, momenti di socialità, attività estive di vario tipo e per diverse fasce d’età, ma anche spazi di ascolto e percorsi di recupero per chi fa più fatica. I ragazzi più fragili non vengono lasciati indietro, e questo fa la differenza.
E non è una scuola elitaria, come si potrebbe pensare, ma una scuola che cerca di essere accessibile, non un “privilegio per pochi”: esistono fondi per le famiglie che non possono permettersi l’intera retta, e non è nemmeno necessario essere credenti per farne parte. Certo, l’impronta cristiana è presente, e i valori salesiani – inclusione, rispetto, attenzione all’altro – fanno da guida. Ma sono valori che parlano anche a chi non ha fede. Don Bosco diceva:
“Nessuno escluso”. E questa frase qui la si prende sul serio.


Ciò che mi ha più colpita dell’Istituto Don Bosco, però, è il
senso di comunità. La scuola non è vissuta come un semplice e obbligato passaggio, ma come uno spazio dove si cresce insieme. Dove gli adulti non si limitano a “insegnare”, ma educano nel senso più profondo: aiutano a tirar fuori ciò che di meglio ogni ragazzo può diventare.

E in un mondo che spesso si dimentica degli adolescenti, questo è un piccolo, prezioso miracolo. Anche per chi non crede.

Il Preside, don Eros Dal Cin, con il protagonista del video vincitore del concorso

Le parole del Preside, don Eros Dal Cin:

“Quando al mattino vedo i ragazzi arrivare a scuola con il sorriso, e salutare i compagni, me e gli altri insegnanti con gli occhi che brillano per la gioia di stare insieme, sento che abbiamo raggiunto lo scopo che, seguendo gli insegnamenti di Don Bosco, ci eravamo prefissati: far sì che i ragazzi non vengano a scuola solo per imparare nozioni, ma per stare bene. Con se stessi, con i coetanei, con noi adulti.
Non smette di stupirmi – e di commuovermi – quanto l’amore dato torni indietro negli anni, moltiplicato in tante forme: ex studenti che tornano come genitori di nuovi alunni, come insegnanti, come volontari, come amici.
In questi anni abbiamo cercato di offrire una proposta educativa all’avanguardia, con insegnanti giovani ma preparati, entusiasti e determinati a far crescere i ragazzi e prepararli al meglio alla scuola secondaria di secondo grado. L’aumento delle iscrizioni ci ha confermato che è stata la strada giusta.”

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